La donna e la natura sono le sue fonti di ispirazione che sono entrambi delicati sistemi biologici, e nella loro grazia si capiscono e cercano l'armonia di cui l'ecosistema terrestre ha tanto bisogno. Nella sua pittura e nelle sue istallazioni troviamo spesso materiali di recupero, anche organici, e oggetti antichi obsoleti, spesso legati all’universo femminile. Figlia di una sarta, apprende ed eredita dalla madre la passione per i tessuti e per l’estetica, non a caso infatti riprende l'antica tecnica della tessitura e ne fa un mezzo di espressione discorsivo e narrativo nelle sue opere, come memore di racconti d’infanzia. Il gesto lento della tessitura, le antiche tecniche di ricamo, unite alla pittura sono nettamente in contrasto con i ritmi frenetici del mondo contemporaneo ma possono stabilire un legame tra un presente e un passato, tra il sé e il mondo.
Woman and Nature are her sources of inspiration. They are both delicate biological systems, and in their grace they understand each other and seek harmony that the ecosystem needs so badly. In her painting and in her installations, we often find recycled materials, including organic ones, obsolete ancient objects, often linked to the female universe. Daughter of taylor, she learnt and inherited from her mother the passion for fabrics and for aesthetics. It is not by chance that she takes up the ancient weaving technique and makes it a discursive and narrative means of expression in her works, a sort of memory pf her childhood stories. The slow gesture of weaving, the ancient techniques of embroidery, combined with painting are cleary in contrast with the frenetic rhythms of the contemporary world but they can establish a link between the present and the past, between the one-self and the external world.
La mujer y la naturaleza son sus fuentes de inspiración, ambos delicados sistemas biológicos, y en su gracia se entienden y buscan la armonía que tanto necesita el ecosistema terrestre. En su pintura e instalaciones, a menudo encontramos materiales reciclados, incluidos los orgánicos, y objetos antiguos obsoletos, a menudo vinculados al universo femenino. Hija de costurera, aprende y hereda de su madre la pasión por los tejidos y la estética, no es casualidad que retome la técnica milenaria del tejido y lo convierta en un medio de expresión discursivo y narrativo en sus obras, como si tuviera en cuenta historias de la infancia. El gesto lento de tejer, las técnicas ancestrales del bordado, combinadas con la pintura contrastan claramente con los ritmos frenéticos del mundo contemporáneo pero pueden establecer un vínculo entre un presente y un pasado, entre el yo y el mundo.
Nella vita le esperienze accadono continuamente,sono parte integrante del processo esistenziale,possono essere di grande importanza o di scarso rilievo, ma in ogni caso ampliano la sfera conoscitiva. L’esperienza estetica si inserisce nel fluire della vita perché si origina dai fatti e dagli accadimenti quotidiani, è composta da segni e simboli ma è pur sempre una rivelazione,uno svuotarsi per far posto a un’altra dimensione,simmetricamente “è un frammento di vita che penetra in noi” perché ogni quadro è parte di una vita. E se per Kant l’esperienza estetica non è una esperienza che apporta conoscenza,ma un’esperienza emotiva che porta solo a riflettere sul modo di fare esperienza, Dewey, scrive che l’arte è sempre esperienza perché nei suoi tratti si acquisisce un sapere e si colgono significati. L’esperienza estetica, alla stregua di altre forme di esperienza è uno dei momenti più alti dell’esperienza umana. L’opera d’arte crea una connessione tra l’autore e il fruitore, tra fruitore e fruitore, non si limita ad un godimento immediato, l’esperienza vissuta che viene consegnata si trasmette da persona a persona, diventa una via percorribile da altre sfere di vita.
Nell’arte di Angela Valentini,“Val Ange”, l’esperienza vissuta, memoria dei racconti d’infanzia, acquisisce un posto rilevante. Figlia di una sarta, riprende l’antica tecnica della tessitura e ne fa un mezzo di espressione discorsivo e narrativo delle sue opere. Quella di Val Ange è una ricerca elaborata ed ambiziosa, dove le relazioni tra le linee e i colori sono rilevanti e dense di significati, ogni opera ricapitola ciò che è avvenuto prima e prefigura il lavoro successivo. Attraverso la sensibilità questa artista consente alla sua esperienza e alla sua forma di vita di comunicare con il mondo esterno presentando un universo dotato di senso capace d meravigliare. Val Ange, dunque seleziona e organizza le forme per ottenere un prolungamento della sua esperienza, inserisce elementi tessili nelle sue opere; una fusione tra mondo interno e mondo esterno, dove le condizioni oggettive divengono mezzi e i ricordi diventano significati. Val Ange, mostra nelle forme la spontaneità della sua arte, che non è lo sfogo di un impulso, ma un atto cosciente, qualcosa di nuovo ma personale. Questa artista cattura la realtà dal suo punto di vista e la restituisce attraverso la voce silenziosa delle sue opere.
Dott.ssa Maria Giuseppina Coppola
La trama e l'ordito della tela: una manualità antichissima riservata alla sfera femminile, imprescindibilmente intrisa di magie, di miti e misteri. La pratica del "tessere" è contemporaneamente memore di attesa, di inganni, di libertà e di gabbie. Angela Valentini indaga le infinite possibilità di lettura, tanto delle trame, quanto degli orditi, arricchendo i suoi preziosi tessuti/non tessuti di simbologie antiche e di infinite possibilità di lettura. Dai materiali reinventati per essere intrecciati ad una condizione - e imposizione - di genere, perché la tessitura è donna. Dalla infinita e caparbia attesa di Penelope all'inganno di una ragnatela: Angela Valentini cattura lo spettatore ipnotizzandolo, nelle sue ingegnose e larghe maglie.
Dott.ssa Laura Coppa
Ciò che si percepisce immediatamente quando si osservano le opere di Angela Valentini, appartenenti alla produzione denominata “Penelope Underground”, è il suo senso di forza, di potere sulla materia; la sua energica esistenza di donna artista; la chiarezza delle sue idee e il suo inno alla libertà.
Si è immediatamente irretiti dalle inaudite trame che disegnano forme ed immagini; immagini che discorrono di misteri; immagini talora struggenti, tal altra shockanti; forme dalle quali trapelano le misteriose maree che si agitano nel cuore delle donne: vita e morte, spiritualità e funzionalità, creazione e distruzione, perpetuo equilibrio e ciclicità, caducità e immortalità.
La donna che tesse fonde presente e passato; rende attuale un’arte che prende vita agli albori della storia dell’uomo e si arricchisce nei secoli, proprio come avviene per la lingua parlata; grazie al genio di chi la reinventa, nel silenzio e nella meditazione delle case, dei chiostri, sotto il sole della Magna Grecia, sulle altezze di Cuzco, nelle nebbie delle pianure cinesi o in qualunque altro luogo del mondo, la tessitura diventa linguaggio silente parlato dagli arazzi, dai tappeti, dai tocapu, dai quipu. La donna che tesse compie un’opera totale: sceglie il materiale, lo maneggia, lo piega alla sua volontà affinché sia adatto e pronto ad essere parte di qualcosa che già, nella sua mente, ha preso forma; qualcosa che scaturisce dalla sua necessità di creare ordine, di cambiare ordine, di proporre evoluzioni del vorticoso incedere della materia e degli eventi.
Nasce da lontano e si fonde con un passato recente la predilezione della Valentini per i tessuti: è nel laboratorio della sua cara madre Maria, geniale sarta del novecento, grande figura femminile perennemente alla ricerca del bello, che la nostra artista, ancora bambina, comincia ad amare le trame; ne apprezza i colori, lo spessore, l’odore, il frusciare; è lì che comincia ad interpretare la lingua che esse silenziosamente parlano. Attraverso un profondo e mirabile studio retrospettivo e introspettivo, la Valentini donna e artista utilizza come leitmotiv la Natura, l’essere Donna, la situazione della società in cui vive. Temi di sconvolgente attualità sono posati con poetica maestria sui meravigliosi e originali intrecci, svincolati totalmente dai canoni preesistenti sebbene in essi affondino, inevitabilmente, le radici. Un arcaico mondo femminile sembra riaffiorare e fare da canovaccio sul quale la nostra geniale artista intreccia il presente al passato, il sacro al profano, la natura all’artificiosità di un mondo che ha creato sostanze nuove che non sa come governare. Le mani della Valentini, bracconiera di ricordi, ideatrice di futuro eppure così attenta a cogliere la struttura del presente, danno ordine alle cose, attraverso la tessitura, il lavoro all’uncinetto e ai ferri, di materiali inusuali; le sue dita ricompongono e miscelano frammenti di storia e società, offrendo a ciascun elemento, alla maniera duchampiana, una collocazione nuova e funzionale. Ciò che scaturisce dalle sue abili mani, trasporta di frodo un sapere inveterato e sorprendenti soprassalti d’inventiva e di spiritualità; la sua anima si rovescia sulle sue stesse trame, mediante i colori acrilici e gli smalti, creando vortici che irretiscono e affascinano chi si sofferma a guardare le sue opere. Ma c’è di più: la Valentini pare aderire al concetto della fisica moderna secondo cui, nell’Universo, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma; ed ecco che, allora, nei nuovi materiali artificiali, prodotti dalla nostra società ingorda e imprevidente, la nostra artista sa trovare un filo conduttore che li collega, indissolubilmente, alle sostanze naturali; un filo conduttore che, seguendo l’impronta della “Fiber Art”, abilmente intreccia, off loom, creando buchi, fenditure di sapore fontaniano, trappole mortali sottoforma di grandi ragnatele, oppure spessori, elementi questi che nel complesso danno vita a un’opera pluridimensionale e plurisensoriale. Dalle sue mani Penelope rivive e diventa Underground.
Maria Ellida Domizi
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